martedì 24 settembre 2024

Sabbie spaziali

 Il suolo della Luna e di Marte è ricoperto quasi ovunque di materiale granulare, un misto, in varie proporzioni, di ghiaia, sassi un po' più grandi, sabbia, polvere (a volte molto fine, tipo borotalco): questo materiale si chiama regolite. La regolite non si trova solo su Luna e Marte ma anche sugli asteroidi e i pianetini. Ne parla la professoressa Michèle Lavagna in questa intervista.


Una prima esplorazione concreta degli effetti della presenza della regolite la possiamo condurre seguendo le indicazioni di una animatrice della NASA in Whip Up a Moon-Like Crater : l'aspetto dei crateri lunari ha proprio a che fare con questo materiale granulare.

Una risorsa ESERO propone un'altra esplorazione con Suolo marziano, con uno sguardo attento alle implicazioni per la presenza di forme di vita.

La sabbia e soprattutto le polveri sono un bel problema per il lavoro sulla Luna e su Marte. Sono decisamente abrasive, una specie di cartavetrata che può rovinare giunzioni, tute, ruote. Se ne parla, per esempio, questi due articoli: The hunt for spacesuit materials that can resist destructive lunar dustNASA’s Dirty Secret: Moon Dust, e nel video seguente:

La progettazione delle parti mobili dei rover marziani ha dovuto tenere conto della sabbia marziana, ma su Marte c'è un altro problema: il vento e le tempeste di sabbia. Su Marte i venti non hanno un gran potere distruttivo perchè la densità dell'atmosfera è veramente bassa (peccato per la scena fondamentale all'inizio del film The Martian :-) ma possono sollevare facilmente la polvere più fine, depositarla sugli strumenti e sui moduli fotovoltaici che danno loro energia. 


Da venti locali alle grandi tempeste che periodicamente interessano tutto il pianeta, rendendo impossibile osservare da Terra la sua superficie: Curiosity e le foto nel pieno della tempesta di sabbiaThe Fact and Fiction of Martian Dust Storms

Gli astronauti delle missioni sulla Luna hanno poi sperimentato di persona che spostarsi sulla superficie può essere piuttosto impegnativo:



I materiali granulari hanno molte caratteristiche e comportamenti non così intuitive o note, e possiamo facilmente esplorarle sperimentalmente. 

Sarà capitato anche a voi con le lattine di frutta secca per gli aperitivi di trovare in alto le noci del Brasile e in fondo le arachidi, che se ci sono più persone e arrivate tardi finite col trovare solo le arachidi (a me le noci del Brasile e gli anacardi piacciono molto). Deriva da un effetto implacabile dei materiali granulari, chiamato proprio effetto noci del Brasile (Brazil Nut Effect). Ecco due video per approfondire la sua conoscenza:

 



Questo effetto deriva dalla presenza di materiali granulari diversi, per forma e granulometria. Mescolare in modo uniforme due o più granulari è un problema serio: pensate a una linea di produzione di una industria farmaceutica, quando per produrre compresse bisogna mescolare in modo uniforme e con le giuste proporzioni polveri diverse, quelle del farmaco vero e proprio e gli eccipienti. 

Proviamo a esplorarlo con l'attività Mescolare due granulari.

Però non è necessaria la presenza di più granulari per incontrare comportamenti inaspettati. Eccone due: Il tubo antiforza, La forza del riso

Per finire abbandoniamo il nostro campo specifico e troviamo la sabbia in un ambito diverso.





lunedì 24 giugno 2024

Informazioni dal cielo

 

Immagino che abbiate già giocato con Google Earth: se non lo avete fatto o è passato troppo tempo dall’ultima volta vi invito a riprovarci (lo scaricate qui ).

E' una immagine digitale.

Guardiamo più da vicino come è fatta una immagine digitale: prendiamo una foto con la webcam e trasformiamola in un foglio excel grazie a SPREADSHEET PIXEL CONVERTER . Nel foglio di calcolo i pixel sono trasformati in celle: possiamo leggere il valore di ciascuna componente RGB del pixel.

Vogliamo esagerare? Dopo tutto è un foglio di calcolo quindi possiamo provare a cambiare i colori cambiando i numeri nelle celle oppure ricavandoli da calcoli che impostiamo noi: è quel che fanno le app quando, per esempio, applicano i filtri.

Apriamo Google Earth Pro. Per vedere Marte bisogna cliccare sull'icona che mostra Saturno, nella barra in alto. Dopo aver scelto Marte possiamo aprire il menu Global Maps: se scegliamo Colorized Terrain otteniamo la mappa con le altitudini, se vogliamo le immagini in infrarosso dobbiamo selezionare o Daytime Infrared o Nighttime Infrared. In queste mappe i pixel indicano qualcosa di diverso dalla intensità luminosa: nel caso delle altezze non indicano neppure qualcosa legata alla radiazione elettromagnetica.

Insomma, il valore nella casella della nostra immagine, cioè il valore di un pixel, indica in genere una intensità luminosa. Ma può essere qualche altra cosa: una altezza sul livello del mare, il valore della pressione atmosferica, il valore della temperatura.

Molti strumenti sono sensibili alla gamma infrarossa: alcuni sono montati su telescopi sulla Terra (posti su montagne), alcuni, molti, sono a bordo di satelliti.

Apriamo una parentesi. Grazie al telescopio spaziale James Webb e alle sue immagini spettacolari l’osservazione infrarossa ha ottenuto a un certo momento una buona notorietà.

Webb Space Telescope Images Resources – si trova una raccolta estesa di immagini, ciascuna con una descrizione e commento 
il sito Webb Space Telescope è di STScI, Space Telescope Science Institute, una cui “divisione” (AURA) gestisce il telescopio. Ha gestito anche il telescopio Hubble. 

Che cos'è e come è fatto il James Webb Space Telescope  un articolo di Focus; c’è anche un video in cui Adriano Fontana, astrofisico, dirigente di ricerca presso l'INAF – Osservatorio Astronomico di Roma e Presidente della Large Binocular Telescope Corporation (Tucson, Arizona, USA) racconta la storia e il funzionamento del James Webb Space Telescope (JWST).  

 Infrared Astronomy –Beyond Visible Light : una paginetta dal sito del Webb Telescope che descrive in breve gli infrarossi e che cosa rivelano in astronomia; ci sono due video interessanti. 

Infrared astronomy - wikipedia; un avviso all'inizio informa che non ci sono abbastanza citazioni specifiche e invita a inserirne; riporta il grafico della trasmittanza dell'atmosfera, e si vede bene l'effetto della CO2 e il blocco degli infrarossi responsabile dell'effetto serra  

Chiudiamo la parentesi e torniamo alla mappa IR di Google Mars. Quali informazioni ci fornisce?

Attività. Proviamo a capire quali informazioni ci fornisce una immagine infrarossa esplorando con una termocamera la sala/la classe in cui ci troviamo.

Abbiamo usato termocamere FLIR che si collegano alla presa USB dei tablet (o dei cellulari). L’immagine compare sullo schermo del tablet; comandi semplici ci permettono di leggere le temperature o di agire sull’immagine, per esempio modificando la rappresentazione a falsi colori.  


Ecco quel che vediamo noi e quel che "vede" la termocamera.  

Gli infrarossi sono strettamente legati alla temperatura del corpo che li emette, quindi una prima informazione che possiamo ricavare da una immagine IR è proprio la temperatura. Ma ci siamo accorti che entra in gioco in modo importante anche l’emissività del corpo, legata al materiale di cui è fatto, persino la riflessione. 

Un sito interessante e articolato che ci riporta al cielo è del JPL Caltech (c'è anche una bella linea tempo/cronologia) è Cool Cosmos - Your infrared guide to the world and theUniverse beyond.

La videointervista alla dr.sa Rocchina Guarini della Agenzia Spaziale Italiana ci fa capire come avviene la elaborazione delle immagini satellitari.

Se vi è venuta curiosità di saperne di più sui satelliti Sentinel potete cominciare da The Sentinel missions : ci sono le presentazioni di ogni satellite Sentinel, bisogna scorrere la pagina; link mandano a ogni missione Sentinel, con particolare attenzione alle applicazioni.


Le informazioni dal cielo non sono solo immagini.

Concentriamoci sul valore della luminosità globale di un oggetto celeste, chessò, una stella, una galassia: in genere è stabile, quindi il grafico che riporta la sua luminosità al passare del tempo è abbastanza piatto. Questo grafico si chiama curva di luce. Ci sono però casi in cui la curva di luce presenta variazioni nel tempo.

Che informazioni ci fornisce la variazione?

Magari è una stella che effettivamente "pulsa", espandendosi e contraendosi periodicamente. Oppure è una stella doppia in cui una eclissa periodicamente l'altra.

C'è un'altra situazione in cui avviene una eclisse: una stella attorno a cui orbitano pianeti. L'analisi della curva di luce è il metodo che ha rivelato un grandissimo numero di sistemi planetari extrasolari.

Vediamo di esplorare il fenomeno.

Un modo ce lo suggerisce ESA: ExoplanetDetectives . Un sistema più complicato, ma divertente nella costruzione (se vi piace il LEGO:-), lo presenta la NASA: come costruire con il LEGO un sistema planetario.

Noi abbiamo provato a seguire il metodo dell'ESA, ma semplificando ancora di più.
Abbiamo usato una piccola lampada da tavolo a un solo LED per simulare la stella, ritagliato un po' di sagome tonde 
da far passare davanti alla lampada e le abbiamo attaccate a sottili sostegni di fil di ferro per poterle maneggiare con comodità.
Per registrare il valore di luminosità e vedere la variazione della curva di luce quando un pianeta passa davanti alla stella abbiamo installato sui tablet la app 
Phyphox sviluppata presso l'Istituto di fisica della RWTH Aachen University, Germania. Questa app utilizza i sensori del tablet (o del cellulare) per ottenere i valori di luce, suono, accelerazione, inclinazione, disegnando sullo schermo un grafico valore-tempo. Anche altre app lo fanno, ma Phyphox ha alcuni vantaggi. Il più rilevante per i nostri scopi è che il grafico che traccia dal vivo può essere inviato in diretta su un pc, quindi è molto semplice posizionare il tablet in modo che veda bene il passaggio del pianeta davanti alla stella e vedere comodamente sullo schermo del pc quello che avviene, senza dover fare acrobazie per vedere lo schermo del tablet. E poi la app è stata sviluppata da persone che si occupano di educazione, con lo sguardo rivolto al suo utilizzo in ambito scolastico.

Con la nostra configurazione abbiamo potuto giocare a realizzare situazioni al di là dell'originale intenzione astronomica: per esempio, come è la curva di luce generata da un pendolo? e cosa succede quando mi allontano dalla sorgente di luce? 

Altre risorse ESERO consultabili utilmente: I pianetiextrasolari , La ricerca della vita nell'universo . Risorse ESA: How to detectexoplanets , Exoplanetdetective . 

Meet Cheops su YouTube: un telescopio spaziale dedicato alla ricerca di pianeti extrasolari.

   

Oltre che in immagini, le informazioni dallo spazio possono essere trasformate in suoni, grazie a un procedimento detto sonificazione. 

Un paio di esempi:
James Webb Space Telescope  nel sito della NASA; qui ci sono molti video “Translating Webb Data into sound” a partire dalle immagini, sonificazione con una barra verticale che spazza l’immagine: non da urlo, ma piacevole, con un lungo commento scritto 
Le prime immagini del James Webb… tutte da ascoltare! Sono 5 immagini prese dal sito precedente

Di suoni dallo spazio avevamo già parlato nel nostro blog. 


Altri riferimenti


Webb Space Telescope , il sito della NASA dedicato al telescopio; si trovano le immagini, e informazioni, tante, raggiungibili cliccando sul tasto “Need to Know” con l’icona della chiave inglese


Telescopio Herschel, della ESA  


CoolCosmos - Your infrared guide to the world and the Universe beyond - un sito interessante e articolato del JPL Caltech; c'è anche una bella linea tempo/cronologia  

 

NASA’s NewViews of Venus’ Surface From Space


E qualche riferimento sulla riconoscibilità delle immagini

Illusions: The Mona Lisa and Abraham Lincoln 

PIXELATED FACES

pixel faces 

cercando “pixelated images” si trovano software che “pixellano” una immagine, sia online sia scaricando una app, p.es. Pixelied 

 


lunedì 9 gennaio 2023

Senza peso

Ormai non ci stupisce più vedere gli astronauti galleggiare a mezz'aria e spostarsi come se volassero. Nel video qui sotto tre astronauti italiani ci fanno fare una visita guidata alla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) e il loro movimento è un esempio della normalità nella Stazione. 

Vivere nello spazio con Luca Parmitano, Samantha Cristoforetti e Paolo Nespoli

Tanto per rinfrescarci la memoria sul significato di "senza peso" ecco un veloce promemoria: La gravità c’è ma non si vede.

Sulla Terra è possibile sperimentare la stessa sensazione di mancanza di peso nei 20/25 secondi del volo parabolico di aerei appositamente preparati. 

In Volo a Zero G


Su questi aerei si allenano gli astronauti e vengono realizzati esperimenti in microgravità. Però a volte vengono portati alcuni ospiti, spesso sono giornalisti. E a volte vengono usati per altro, come si vede nel video seguente: 

OK Go - Upside Down & Inside Out

Per noi nerd è più interessante il dietro le quinte, vedere come il video è stato realizzato.

OK Go - Upside Down & Inside Out BTS - How We Did It


Alcuni artisti riescono a comunicare la sensazione che si muovano galleggiando in aria.


La Mécanique de l'histoire "Trajectoire" Yoann Bourgeois au Panthéon (Paris)


Les Grands Fantômes


Bastien Dausse & Julieta Salz dans ARTE en Scène - ARTE Concert


Un equilibrio di pesi, una somma di forze con risultante nulla. 

La nostra proposta è di sfruttare la stessa situazione, l'equilibrio di pesi, per costruire piccole strutture sospese e in equilibrio che possano rappresentare una situazione spaziale. 

Eccone due realizzate da insegnanti della primaria in un incontro al Museo nell'ambito del progetto ESERO.


Un astronauta, un modello di stazione spaziale, un razzo e altro ancora.


Un esotico sistema planetario.

Queste sculture ricordano i mobiles di Alexander Calder. Nel sito della Calder Foundation ci sono tutte le informazioni utili per conoscere l'artista e la sua opera. Qui c'è il catalogo dei mobiles, sia appesi sia appoggiati. 

An Open Kit for Tinkering with Balance  del Tinkering Studio dell'Exploratorium di San Francisco mostra come costruire strutture in equilibrio appoggiate.

In museo abbiamo proposto in più occasioni la costruzione di simil-mobiles. Due esperienze con insegnanti sono raccontate in questi due post: Leggeri e liberiStorie in equilibrio.


L'assenza di peso permette di maneggiare con facilità oggetti e strumenti. Permette anche di cimentarsi in un numero di passing con le palline da giocoliere (i due astronauti del video qui sotto ci provano proprio all'inizio del video e poi a circa 10 minuti dall'inizio).

Garriott - Chamitoff Space Juggling aboard ISS 2008 PLUS MUCH MORE RAW HOME VIDEO


Che sulla Terra si possa giocolare in assenza di peso non è possibile, anche se questo video sembra mostrare il contrario.

Space Juggling - 3 Ball

Però il video seguente ci mostra la situazione.

Space Juggling - Behind-the-scenes Trailer

Nel sito Space juggler si trovano tutte le informazioni per capire quel che avviene e altri video con numeri vari di giocoleria. 


Altri riferimenti, anche se siamo ben lontani dalla completezza:

Vita nello spazio: Liliana Ravagnolo Altec , una risorsa ESERO

Vivere e lavorare sulla ISS: Maria Antonietta Perino di Thales Alenia Space , una risorsa ESERO

In Volo a Zero G - FOCUS - Video 360

'Zero-G' science , un video dell’ESA

Jeanne Morel_ from Zero G flight to high mountains

Balance de Lévité - Yoann Bourgeois

Notre Musique - Yoann Bourgeois

The Scale - Bastien Dausse

Bastien Dausse on Instagram , ma ovviamente bisogna avere un account Instagram per poter accedere e vedere i video

 


venerdì 12 novembre 2021

Suoni dallo spazio?

 Dedichiamo al tema "Suoni dallo spazio" un incontro con insegnanti. Ma come? Nello spazio non c'è aria, come possono esserci suoni?

Cominciamo da un posto in cui un po' di aria c'è: Marte. 

Le sonde della NASA InSight e Perseverance hanno a bordo microfoni che funzionano bene. Registrano suoni ambiente, per esempio il vento, e suoni che provengono dai veicoli stessi. InSight ha posato sul suolo marziano un sismografo per rilevare i martemoti, quindi, detto in soldoni, un sensore che rileva genericamente le vibrazioni. 

Nel video seguente vediamo lo spettrogramma dei suoni e li ascoltiamo, avendo l'indicazione della loro causa.

Audio and Ringtones. Sounds of Mars from Perseverance Rover è una pagina che raccoglie nella prima parte i file audio da Perseverance (compreso il suono dell’elicottero Ingenuity) e poi elenca link a suoni raccolti da InSight, e altro 

Dal vento alle ruote sulle rocce, ecco tutti i suoni di Marte è una raccolta dell’ANSA di suoni, ovviamente della NASA.

Possiamo scoprire come "suonerebbero" su Marte suoni terrestri (compresa la nostra voce) andando nel sito Sound of Mars


Quelle sopra sono effettivamente oscillazioni periodiche longitudinali in un materiale, quindi "cose" che passando per i nostri orecchi identifichiamo come suoni.

E' possibile però rappresentare come suoni dati di tipo diverso. E' solo una rappresentazione, come lo è un grafico, però in qualche caso potrebbe dare informazioni utili: viene chiamata sonificazione (vedi su Wikipedia italiana e su Wikipedia inglese). In questo articolo se ne parla un po'. 

Si trovano anche sonificazioni di situazioni spaziali. Per rimanere nel sistema solare eccone due significative:

Juno Captures the "Roar" of Jupiter



E dato che evidentemente alla NASA sono un po' sbarazzini ecco Suoni inquietanti dallo Spazio, la playlist della Nasa per Halloween.

 

Aggiunte.

Il sismometro della sonda InSight ha rischiato di mancare alcuni martemoti importanti perchè senza energia. La sabbia e la polvere marziana avevano ricoperto più del previsto i pannelli solari sella sonda, diminuendo in modo drastico la quantità di energia elettrica per gli strumenti. 

Da Terra hanno provato a pulirli in vario modo, ma, certo, senza poter usare una spazzolina! Alla fine ha avuto successo un sistema decisamente controintuitivo: in una giornata un po' "ventosa" hanno preso con il braccio robotico un po' di sabbia dal suolo e la hanno versata sul pannello, dove ha "grattato via" abbastanza polvere da permetter al pannello di riprendere a fornire energia elettrica agli strumenti: NASA's InSight Mars Lander Gets a Power Boost. E poco tempo dopo sono stati registrati tre martemoti piuttosto intensi (NASA’s InSight Finds Three Big Marsquakes, Thanks to Solar-Panel Dusting).


E come farci mancare una bella battaglia spaziale, Battaglia di Coruscant Scena Iniziale - La Vendetta Dei SIth,  con tutti i suoi suoni e rumori così inesistenti!


giovedì 14 ottobre 2021

Razzi per bambini (ma non solo!)

Nella preparazione di un incontro di lavoro con insegnanti della primaria dedicato ai razzi, a come costruirli e lanciarli, ho cercato siti e video che fossero di aiuto. Propongo di seguito quelli che mi sono serviti più da riferimento: c'è una quantità davvero grande di siti e video dedicati all'argomento.

I razzi di carta più semplici sono descritti in questo video:

Possiamo cercare di capire come lanciare il razzo il più lontano o il più in alto possibile. Come realizzare la punta? Quante alette attaccare e di quale forma? Soffiamo piano o forte? Quale inclinazione diamo alla cannuccia?

Si può realizzare un lanciatore un po' più potente con una bottiglia di plastica, come viene mostrato nel primo e nel secondo video di questa serie di tre:
Air Powered Rockets Part 1: Easy Stomp Rocket Launcher


Air Powered Rockets Part 3: Easy Paper and Plastic Bottle Rockets

e nel video seguente, in cui viene costruita una specie di rampa di lancio

Paper Rockets for Under Five Dollars (Physics)  


ESERO propone lo stesso tipo di attività in Costruisci e lancia il tuo razzo, Science World propone una serie di attività sui razzi in Rockets.
Entrambi propongono anche un sistema più chimico per lanciare un razzo, ecco il video da Science World


Passiamo a una situazione diversa: i razzi ad acqua, la nostra esperienza al museo

Volendo esagerare possiamo prendere spunto da The Spangler Effect - Water Rocket Season 02 Episode 17


Uno sviluppo dell'attività consiste nel pensare che il razzo o qualche sua parte deve pur atterrare: per posarsi dolcemente al suolo può usare dei razzi, ma in modo più classico può usare uno o più paracadute.

Una bella attività di esplorazione sul comportamento dei paracadute è descritta in 
Parachute Plummet , in stile Institute of Inquiry

Non sono solo i paracadute a salvare un oggetto in caduta. Immaginiamoci altri sistemi e salviamo un uovo!

ESERO propone lo stesso tipo di attività con una descrizione più strutturata in Eggnaut


Volendo invece realizzare un modellino seguiamo le istruzioni dei colleghi francesi di ESERO  per Construire une fusée Ariane 5.


Questa attività sui razzi fa parte di una serie di incontri con insegnanti nell'ambito di ESERO Italia, la componente italiana del progetto europeo ESERO, da seguire!


venerdì 29 maggio 2020

Pronti, partenza, via!


Una strana valigia è stata recapitata al Museo della Scienza e della Tecnologia. La lettera che la accompagna spiega il motivo del misterioso invio.

Questo è  l’incipit della visita alle collezione  dei trasporti dedicata ai visitatori dai 3 ai 6 anni.

L'animatore accompagna i bambini in un viaggio alla scoperta dei mezzi di trasporto più affascinanti del Museo utilizzando una valigia piena di oggetti misteriosi che aiuteranno i piccoli a scoprirne alcune delle caratteristiche più interessanti e curiose.

La lettera invita il gruppo ad aprire e sbirciare nella valigia.
I bambini saranno investigatori, esploratori e protagonisti di questa visita speciale.



La valigia apparteneva al Mr Green, un misterioso viaggiatore che i bambini avranno modo di conoscere nel corso della visita. 
Proprio al Museo, sono conservati alcuni dei mezzi di trasporto che l'avventuriero aveva usato durante alcuni dei suoi viaggi: tra cimeli, souvenir e oggetti stravaganti i visitatori ricostruiranno la sua grande avventura.

L'obiettivo del percorso è far conoscere le caratteristiche  e la straordinarietà dei mezzi di trasporto conservati al Museo usando il racconto come filo conduttore e proponendo gli oggetti nella valigia per aiutare i bambini ad osservare in modo più attento le particolarità che vogliamo far notare.


Il primo oggetto che i bambini vedranno è la diligenza postale.
Se volete conoscere la nostra collezione potete visitare il catalogo on-line http://www.museoscienza.it/dipartimenti/catalogo_collezioni/




Apriamo la valigia ed osserviamo. Gli oggetti collegati a questo mezzo di trasporto sono:
  • un biglietto per viaggiatori
  • una carota
  • un fazzoletto bianco
Tutti gli oggetti servono per farci concentrare sui dettagli che potrebbero sfuggire ad un occhio meno attento. Il biglietto per esempio ci permette di parlare del trasporto pubblico: sulla diligenza postale potevano viaggiare fino a 14 persone;  i bambini dovranno capire come e dove far sedere tutti i viaggiatori.
La carota ci aiuta a introdurre la trazione. Per far muovere la carrozza servivano i cavalli perché i motori non esistevano ancora.
Il fazzoletto bianco serve per raccontare cosa succedeva durante i viaggi. Le ruote delle carrozze erano molto rigide, non esistevano le strade asfaltate e si percorrevano percorsi pieni di sassi e terra, quindi bisognava coprire la bocca con un fazzoletto per non respirare la polvere.

I dettagli che abbiamo raccontato: trazione, tipologie di strade e utilizzo, li ritroveremo in tutti i mezzi che mostreremo durante la visita.

Il secondo oggetto che scopriremo raccontando il viaggio di Mr Green è la locomotiva GR 691.

http://www.museoscienza.it/dipartimenti/catalogo_collezioni/scheda_oggetto.asp?idk_in=ST120-00376&arg=Trasporti%20ferroviari




Gli oggetti che sceglieremo dalla valigia collegati  alla locomotiva sono:
  • un giornale
  • un indumento sporco di carbone
Quello che andremo a guardare con più attenzione saranno le ruote, il camino e il posto del conducente.
Facendo un confronto con le ruote della carrozza, scopriremo che il treno correva sui binari e, per tale motivo, il viaggio risultava molto più tranquillo: ecco perché era possibile leggere un giornale senza i sobbalzi e  gli scossoni che si provavano sulla carrozza.
Parlando della trazione andremo a notare il camino e la caldaia per scoprire che il treno a vapore era dotato di un motore che funzionava grazie all'acqua, il fuoco e il carbone. Chi viaggiava non poteva non sentire il caratteristico odore di carbone e il fumo nero che usciva dal camino rischiava di sporcare i vestiti.
Spostandoci faremo un confronto con gli altri treni esposti.

Nel padiglione Aeronavale prenderemo dalla valigia:
  • un salvagente
  • una bussola
  • una giacca anti vento
Il mezzo di trasporto che guarderemo è la Nave Scuola Ebe.
https://www.museoscienza.org/it/collezioni/oggetti/nave-scuola-ebe




I particolari su cui ci focalizzeremo sono: gli alberi, la forma dello scafo ed il materiale.
Il brigantino goletta Ebe non viaggiava sulle strade ma sull'acqua: il salvagente si utilizzava in caso di emergenza.
Nel mare non ci sono strade quindi le bussole aiutavano i marinai a trovare la rotta giusta. Facciamo notare ai bambini l'assenza di ruote e il modo diverso di spostarsi sull'acqua.
Parlando di trazione faremo notare che la nave non aveva il motore ma utilizzava le vele per sfruttare il vento. La giacca antivento che faremo  indossare ad uno dei partecipanti ci serve per ricordare che il vento era importantissimo ed era indispensabile per muoversi.
Facciamo un confronto con le altre navi presenti nel padiglione.

Nel Padiglione Aeronavale la visita ed il racconto del viaggio di Mr Green hanno termine. Nel percorso di ritorno ci fermiamo qualche minuto ad osservare il sottomarino Enrico Toti. https://www.museoscienza.org/it/toti per vedere se troviamo differenze o similitudini con i mezzi di trasporto visti durante la visita.

I colori della luce

Vi siete mai chiesti se tutte le persone vedono i colori nello stesso modo? Come facciamo a sapere se stiamo usando gli occhi nel modo giusto? Qual è il ruolo della luce  nella nostra vita e cosa succede ai colori se cambia l’illuminazione?
Proviamo a rispondere a queste domande e a capire come raccontare ai bambini i segreti della luce.

L’obiettivo del percorso dedicato alla luce è scoprire il legame tra luce e colori.
Gli esperimenti ci serviranno ad identificare le differenze tra luce naturale e luce artificiale, a conoscere la diversa percezione dei colori tra esseri umani e animali e a capire come gli occhi riescano a farci vedere i colori.


Iniziamo con il chiedere ai nostri piccoli visitatori:
A cosa servono i nostri occhi?
Cosa succede se li chiudiamo?

Domandiamo ai bambini di chiudere gli occhi e raccontarci cosa succede. L’obiettivo è far capire che  noi vediamo tutto ciò che ci circonda, e soprattutto i colori, grazie alla luce .
Concentriamoci su quella più importante di tutte: il Sole.

Di che colore è la luce? I bambini di solito disegnano il Sole con il colore giallo, quindi la risposta più comune a questa domanda è: gialla!

Proviamo a verificare questa risposta facendo un esperimento. Per svolgere questa attività abbiamo bisogno di prendere degli oggetti di colore giallo e arancione. Consegniamone uno ad ogni bambino (distribuiamoli in modo da alternare i due colori). Quando tutti i partecipanti avranno una oggetto chiediamo di guardarne attentamente il colore. Accendiamo una lampada di colore giallo (noi in laboratorio usiamo una lampada al sodio). La stanza diventerà tutta gialla e la nostra capacità di vedere i colori sarà alterata dalla forte presenza di luce colorata. Tutti gli oggetti (anche quelli arancioni) ci sembreranno gialli. Anche i colori dei vestiti e gli arredi nella stanza ci sembreranno diversi.

Cosa è successo?
La luce del Sole non può essere gialla: il giallo coprirebbe molti colori e non riusciremmo più a vederli in modo corretto.
Quindi di che colore è davvero la luce del Sole?

Per svolgere la prossima attività abbiamo bisogno di un prisma o di occhiali come questi:



O useremo un prisma come quello nella foto:



Rifrazione della luce
Per svelare il vero colore della luce, useremo un prisma o indosseremo gli occhiali speciali che ci aiuteranno a osservare la luce con occhi diversi. Distribuiamo gli occhiali, facciamoli indossare e invitiamo i bambini a guardare la luce diffusa sul soffitto del laboratorio.  La luce, è formata da tutti i colori, gli occhiali la scompongono e ci fanno vedere i colori dell’arcobaleno.
Se un colore diventa dominante copre in parte anche gli altri, così da non farci più vedere i colori dell’arcobaleno. Teniamo gli occhialini e usiamo i faretti RGB.


Cos' è il sistema RGB?
Il modello RGB si basa su tre colori primari: il rosso, il verde e il blu, da cui appunto l’acronimo inglese RGB (Red-Green-Blue). L’RGB è un modello additivo: unendo i tre colori primari si ottiene il bianco, poiché tutta la luce viene riflessa. Il modello RGB viene utilizzato per le immagini visualizzate unicamente su un monitor, una TV, uno smartphone o qualsiasi altra sorgente luminosa per la quale valga il modello additivo della luce.

Sintesi additiva
Usiamo i faretti RGB per parlare di sintesi additiva e vedere le ombre colorate. Red, green e blue sono i colori primari della luce. Se proiettiamo le luci colorate sulla parete usando dei faretti, scopriamo che sovrapponendoli otteniamo la luce bianca. Se frapponiamo un oggetto o una persona tra le luci e la parete, vedremo la sua ombra e faremo una fantastica scoperta: le ombre colorate. I bambini giocheranno con le ombre colorate e scopriranno la differenza tra colori primari e colori complementari. Se invece lavoriamo con i  pigmenti otteniamo la sintesi sottrattiva.



Cos' è la sintesi sottrattiva?
Con sintesi sottrattiva ci riferiamo ai colori primari dei pigmenti che sono la caratteristica primaria della materia. I colori principali della sintesi sottrattiva sono ciano, magenta, giallo (CMY) e con la somma dei tre si ottiene il nero (K). Ogni materia da noi conosciuta, ogni superficie, ogni oggetto, assorbono in maniera selettiva solo alcune lunghezze d’onda della luce e a sua volta ne riflette altre. Per quanto riguarda la sintesi sottrattiva quindi, il colore percepito dall' occhio umano è determinato dai colori sottratti dalla luce bianca.
Il risultato della totale sottrazione dei colori al pigmento quindi va a creare il nero.


Esperimento con la Sintesi sottrattiva CMYK
Prendiamo delle lavagne luminose. Distribuiamo delle palette colorate, degli oggetti semitrasparenti o dei pezzettini di carta da lucido di diversi colori.


L’obiettivo è sovrapporre gli oggetti su una base luminosa per osservare cosa succede ai colori. Con la sintesi sottrattiva, togliamo luce e facciamo una sottrazione. La sovrapposizione di tutti i colori forma il nero.


Parlando di vista e luce possiamo fare anche un confronto con la vista degli esseri umani e la vista di animali e insetti. I gatti hanno delle pupille molto dilatate, quindi al buio riescono a catturare molta più luce degli esseri umani. Proponiamo un gioco/esperimento e facciamo provare ai bambini la sensazione di vedere con il buio. Prendiamo un evidenziatore fluorescente, facciamo un segno sulla mano o sul naso di ogni partecipante e accendiamo la lampada di Wood.

Cosa è la lampada di Wood?
Per lampada di Wood (dal nome dello scienziato statunitense Robert Williams Wood) o luce nera si intende una sorgente luminosa che emette radiazioni elettromagnetiche prevalentemente nella gamma degli ultravioletti e, in misura trascurabile, nel campo della luce visibile. In molti campi la lampada di Wood è anche detta semplicemente "lampada UV" (è possibile acquistare facilmente una Wood per svolgere gli esperimenti, ne esistono anche delle versioni in forma di torcia). Quando tutto è pronto spegniamo le luci e accendiamo la lampada UV: la stanza rimane al buio ma rende luminosi i segni fatti con l’evidenziatore. Questa simulazione ci permette di provare i super poteri dei gatti.

Visori da mosche
Molti insetti hanno una vista speciale. Prendiamo come esempio la mosca. Chiediamo ai bambini di trasformarsi in piccole mosche per capire se ci son differenze con la vista degli esserei umani.
Consegniamo ad ogni bambino un visore che scompone la vista in tanti piccoli riquadri come quello nella foto.

Domandiamo loro di guardarsi attorno. Le mosche vedono in modo differente dagli esseri umani. L’immagine sembra scomposta in tanti piccoli segmenti: per i bambini sarà difficile percepire le immagini e muoversi nello spazio, mentre le mosche nella realtà riescono a vedere molto bene.