martedì 25 agosto 2015

La scoperta dell'arco

Il ponte autoportante di Leonardo da Vinci ha sempre molto successo.


Nella foto lo vedete circondato da mattoncini (blocchetti di gasbeton) e sacchetti perchè abbiamo deciso di usarlo come sostegno temporaneo per la costruzione di un arco, cioè di usarlo come centina.


Appoggiamo i blocchetti sul ponte e poi mettiamo fra un blocchetto e l'altro un sacchetto che contiene un po' di sabbia per riempire lo spazio superiore, come si fa quando si costruisce un arco



In questo modo si dà una buona forma all'arco. E poi si toglie il sostegno


Nel video l'arco non ha una forma molto elegante, dovevamo sistemare meglio i blocchetti come in questa prova


L'arco ottenuto è bello robusto, come deve essere: in questa prova abbiamo appoggiato un contenitore pesante circa 5 kg. L'arco scarica il peso sulla base di legno.


Qui vedete la costruzione del ponte autoportante di Leonardo, un modello in piccolo come il nostro.
Questo è grande e realizzato dagli studenti di una scuola. 
Questo è molto più semplice  ma fa davvero da ponte. 

martedì 18 agosto 2015

spettrometro per smartphone


In questi giorni stiamo cercando di mettere a punto la nostra stampante 3D più anziana...la nostra prima sharebot


Un progetto non troppo complesso ma abbastanza interessante per testare la nostra stampante è stato questo: http://www.thingiverse.com/thing:533598

uno scatolino da fissare alla fotocamera di un smartphone tramite due elastici che grazie ad un pezzetto di cd inserito al suo interno ci permette di fotografare lo spettro della luce.
Questo è quanto ha prodotto la nostra sharebot





E ora proviamolo!!



Quale migliore campo di prova del nostro i.lab luce?
Qui troviamo un exhibit dove vengono mostrati gli effetti ottici che 8 diverse lampade producono su una stampa colorata


e di queste 8 luci diverse abbiamo fotografato lo spettro col nostro spettrometro
1-2-3 lampade ad incandescenza, la prima con un bulbo neutro le altre due con bulbi colorati

4 lampada a fluorescenza
5 lampada alogena
6 lampada a fluorescenza
7 lampada di Wood
8 tubo a fluorescenza
si può notare la differenza tra lo spettro continuo delle lampade a incandescenza e quello a bande delle lampade a fluorescenza.

Un sito interessante rispetto alla "spettroscopia amatoriale" è http://spectralworkbench.org/, che permette di misurare on line anche l'intensità dello spettro.

Una applicazione: Using a home-made Spectrometer to test kombucha readiness
http://publiclaboratory.org/notes/mkoistinen/2-12-2013/using-home-made-spectrometer-test-kombucha-readiness-0

lunedì 3 agosto 2015

Freddo per il gelato

Nella mostra #FoodPeople è esposta una gelatiera (o sorbettiera) manuale degli anni 1940:

Con questa sorbettiera Renzo Bagnoli, fondatore della Sammontana, inizia nel dopoguerra 
la produzione di gelato nel bar di via del Giglio a Empoli

Le componenti di una gelatiera di questo tipo sono

il contenitore esterno in legno, un contenitore interno in metallo, una paletta che va nel contenitore interno e un sistema di ingranaggi e manovella che fa girare la paletta. Ecco come va usata

how to make ice cream - https://youtu.be/RyeVAiFfh8M

Il composto di latte, aromi, magari uovo, cioccolato, ecc. viene versato nel contenitore interno, si inserisce la paletta per mescolare e si chiude con un coperchio collegato all'ingranaggio a manovella: il mescolamento serve a muovere il composto ed evitare che si formino al suo interno cristalli di ghiaccio troppo grossi che rendono poco cremoso il gelato.
Si mette ghiaccio nell'intercapedine fra il secchio di legno e il contenitore interno e poi viene versata nel ghiaccio una sostanza granulare. Questo è il punto fondamentale: la sostanza granulare è sale da cucina. Il gelato non si forma agli 0°C del ghiaccio, deve essere raffreddato di più. Il raffreddamento viene prodotto dalla miscela di ghiaccio e sale che congela, cioè solidifica, a circa - 21 °C.

Ci ho provato anch'io. Ho preso del ghiaccio, l'ho messo in uno strofinaccio che ho chiuso bene, poi con un martello (meglio sarebbe stato un pestacarne) l'ho spaccato in frammenti (meglio sarebbe stato tritarlo, ma non ne avevo la possibilità). Ho messo il ghiaccio spaccato in un contenitore e ho aggiunto sale fino, così a occhio. Per misurare la temperatura ho usato un termometro a sonda, e la sonda mi è servita anche per mescolare la miscela. Nel giro di qualche secondo la temperatura è scesa a -13/-15 °C, sorprendente!


Il sale che si mette nel ghiaccio si scioglie un po' nell'acqua che si trova alla superficie dei ghiaccioli e si forma una specie di salamoia di acqua salata, ghiaccio e sale solido. Questa miscela non può congelare perchè la temperatura è troppo alta, quindi il ghiaccio deve sciogliersi: per questo sottrae calore all'ambiente, principalmente ai ghiaccioli stessi e al contenitore interno, facendo scendere la temperatura. Ghiaccio e sale è una miscela frigorifera.

Nella mia prova, in effetti, la temperatura avrebbe potuto scendere di più, fino ai circa -21° del punto di solidificazione della miscela di acqua e sale, se avessi fatto le giuste proporzioni: circa 23% in peso di sale e 77% di ghiaccio.

Quando viene sparso sale sulle strade in inverno avviene la stessa cosa: il ghiaccio sull'asfalto si scioglie (e, paradossalmente, la temperatura si abbassa) e dato che non capita spesso che la temperatura ambiente arrivi a -21°C la miscela non può ghiacciare e non si forma la lastra così pericolosa. Comunque al posto del sale da cucina se ne possono usare altri che fanno scendere ancora di più la temperatura di solidificazione.

Chi non si spaventa davanti a grafici e tabelle può approfondire la questione leggendo un post di Dario Bressanini.
Qui c'è una veloce storia delle macchine per fare il gelato.