giovedì 24 settembre 2015

makey makey diy... del making, dell'open e del free

Il making ci piace un po' così...
che un po' si crea, un po' si condivide, un po' si copia, sempre lasciando traccia di quale sia l'origine delle proprie opere, sempre libero.
Quindi non racconterò di come ho trasformato un Arduino Leonardo in una Makey Makey, ma riporterò la piccola serie di passaggi che ho seguito per farlo e che ad ogni step ha moltiplicato informazioni e conoscenza in chi come me ha letto e provato.

Arduino suppongo che già sappiate cos'è visto il numero di volte che è apparsa su questo blog... ma per correttezza la ripresento: si tratta di quella scheda open-source che, con un microcontrollore della Atmel ed un ambiente di sviluppo derivato dal free-software Processing, ha contribuito alle mirabolanti sorti del maker movement.


Makey Makey, è anche lei una nostra sempre gradita ospite, si tratta di una scheda che collegata al pc è in grado di sostituire alcuni tasti della vostra tastiera con gli oggetti più disparati, rendendo quindi possibile l'interazione con programmi su pc tipo Scratch (creative commons attribution) anche toccando una banana o una pesca! (vedi MakeyMakey: quando l'informatica "esce" dal computer)


L'dea di farsi in casa una Makey Makey con un scheda Arduino l'ho trovata sul blog di Arduino, riportata dalla nostra amica Zoe Romano.

"Make Makey Makey using Arduino" è il progetto che Alpesh Vitha descrive attraverso un video pubblicato su Youtube.
Alpesh oltre a mettere a disposizione il codice che ha usato sul suo Arduino, racconta di come sia riuscito a gestire il segnale particolarmente rumoroso che viene fuori usando le resistenze che si generano quando i contatti non sono tra "veri" conduttori (mani, banane e pesche), ha utilizzato un programma i cui contenuti si ritrovano su github, una tra le più usate piattaforme di condivisione e sviluppo software per progetti open-source.

E così, grazie alla potenza della condivisione, possibile solo grazie a licenze di tipo open e free, con:


1 Arduino Leonardo 

10 jumper 
4 resistenze da 1Mohm 
5 "coccodrilli"
1 pc connesso a http://www.buttonbass.com/PlayerDrums1.html 



mi son fatto anch'io la mia Makey Makey

e credo di saperne un po' più di prima...forse.

Ah!! Attenzione!! Come si raccomanda nelle references di Arduino, se lasciate il controllo della vostra tastiera a "qualcun altro"...fatelo con le dovute precauzioni, io ho bloccato il mio pc un po' di volte esaurendo le flebili capacità della mia CPU a furia di scrivere ddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddddd 


lunedì 14 settembre 2015

Nuove stampanti in area makers


L'area Makers, che inaugurerà durante l’evento della notte dei ricercatori il 25 settembre, inizia a riempirsi di strumenti: dopo la stampante 3D della Fabtotum che ha sperimentato Fabrizio è arrivata la stampante MeccatroniCore, ed ho iniziato a fare qualche test.
Il processo di stampa che usiamo è quello “classico” chiamato FDM (Fused deposition modelling): l’oggetto,  disegnato al pc, viene sezionato virtualmente in tante fette, le informazioni ottenute da questo processo sono una serie di coordinate (X,Y,Z); a queste vengono unite altre informazioni, per esempio temperatura di fusione, tipo di materiale, velocità di deposizione, e infine tutto il pacchetto viene inviato alla macchina.
L’ugello estrusore, scaldato a temperature intorno ai 200°C (a seconda del materiale: plastiche PLA, ABS, cera, pasta di legno, cioccolato…), depone il materiale, uno strato sopra l’altro, seguendo le coordinate indicate, fino a compimento di tutto l’oggetto.
Non è certo una novità ma ciò che risulta interessante è che il costo di questi strumenti si è molto abbassato e le persone interessate possono arrivare ad avere a casa propria una stampante 3D accanto ad una 2D.
Questo il mio primo risultato:


La mandibla di questo T-rex è un po' sfilacciata; cè ancora un po’ da lavorare !
La stampa è durata 4h38m ! per un oggetto di dimensioni 13x5x6 cm.

La velocità, come si può intuire, è un aspetto cruciale da migliorare  per questi processi di costruzione.
Di processi costruttivi additivi (l’oggetto si costruisce aggiungendo materiale e non rimuovendolo) ce ne sono molti altri e diversi dalla FDM.
Guardate questa interessante presentazione  TED   (che mi è stata segnalata da Enrico) e qui il  video
E' interessante notare che la fonte d’ispirazione per lo sviluppo di questo nuovo processo è stato un film!

Non potendo ancora affiancare così potenti strumenti alle nostre fantastiche 3D printing, ci siamo dotati di altri strumenti per i visitatori che ci vengono a trovare in laboratorio: stampanti 3D manuali (penne 3D)
Ecco il risultato del lavoro artistico mio e di Sofia: