mercoledì 28 novembre 2012

Donne e scienza... in una nuvola di parole

Venerdì si è svolto da noi uno dei cinque incontro della campagna europea su donne e scienza, intitolata La scienza: un gioco da ragazze!

Abbiamo ospitato 250 ragazzi delle scuole superiori con i loro professori e li abbiamo fatti incontrare con 12 scienziate e ricercatrici italiane. Con loro hanno svolto attività nei laboratori e hanno chiacchierato di vita, soddisfazioni, delusioni...

Il dialogo è stato davvero bello. Ci è sembrato che per i ragazzi incontrare qualcuno che venisse dal mondo "vero" della ricerca scientifica sia stato interessante e abbia suscitato idee e curiosità.

Dunque se avete un ingegnere (o ancor meglio - per scalzare gli stereotipi - un'ingegnera!) da invitare in classe per una chiacchierata è proprio un'esperienza curiosa.


Con Silvana Tezza abbiamo parlato di chimica ed energia in una'azienda come l'Eni; con Stefania Iametti, Eleonora Uboldi, Tiziana Granato, Alessandra Marti di biotecnologie alimentari; con Michela Osnato di organi riproduttivi del riso; con Alessandra Tacca di celle fotovoltaiche; con Francesca Borghi di materiali nanostrutturati; con Loredana Spezzi di ricerche astronomiche; con Ilaria Baroni di robot che aiutano bimbi negli ospedali; con Ilaria Rosso di passaggi dal prototipo alla produzione; con Valeria Mordenti di aziende che fanno IT.


Alla fine della giornata ci siamo tutti riuniti in Auditorium e abbiamo chiesto ai ragazzi di descrivere le scienziate che avevano incontrato con un aggettivo. Ecco il risultato!



Per vostra informazione, questa "nuvola di parole" è stata creata con un programmino facilissimo da usare e disponibile gratuitamente on line: Tagxedo (n.b. funziona bene con alcuni browser tipo Explorer, ma non sempre con Google Chrome e altri).

Se invece vi interessano suggerimenti su attività che trattano il tema delle donne nella scienza c'è un bel progetto europeo che si chiama TWIST che sta producendo un manualetto di idee pratiche.

Leggeri e liberi

Ieri abbiamo lavorato con Eleonora, Linda e Valeria (prevalentemente insegnanti di scuola primaria) alla realizzazione dei mobiles.
Sono sculture che possono muoversi con un filo d'aria create all'inizio degli anni '30 da Alexander Calder  (vedi una breve biografia di Calder in italiano e una più soddisfacente in inglese)In precedenza Calder aveva realizzato giocattoli, e questo ce lo rende molto simpatico. Maggiori informazioni nel sito della Calder Foundation.

Ecco le creature:




Come si vede dalle foto, i materiali a disposizione erano i più vari, astine di legno, carte colorate, cartoncino, scovolini, ritagli di stoffa, bulloni, rondelle, e così via


Dare equilibrio al mobile fa sperimentare con mano tutte quelle nozioni che si imparano sulle leve, la distribuzione delle masse, il baricentro.


I mobiles sono sculture cinetiche, ma non sono le sole espressioni di questa forma d'arte. Anthony Howe è uno dei rappresentanti contemporanei e qui si vede il suo kinetic sculpture garden.

venerdì 23 novembre 2012

I colori del nero

Per un'altra attività sulla carta abbiamo utilizzato la carta assorbente da cucina. Tagliamo una striscetta larga esattamente un tot, diciamo circa due dita, con un pennarello non permanente tracciamo un segno di traverso sulla striscetta a quattro dita circa da una delle estremità, immergiamo questa estremità nell'acqua di un piatto: e vediamo che cosa succede. Il primo segno è bene farlo con il pennarello nero, poi si prova con altri colori.





Il segno viene trasportato e scomposto dall'acqua che si muove per capillarità lungo la carta. 
Abbiamo visto che nel nero c'è parecchio blu, c'è del rosso e alla fin fine anche un po' di giallo. 

Una seconda versione di questa attività è in due dimensioni. Su un foglio pratichiamo un buco e tracciamo segni con pennarelli vari. 



Arrotoliamo un secondo foglio e lo inseriamo nel foro del primo 


poi riempiamo un bicchiere di acqua e ci infiliamo il foglio arrotolato (possiamo tagliare via la parte di foglio arrotolato che spunta dal foglio).




Dopo la prova ho visto che è interessante appoggiare il foglio con i colori su un secondo foglio asciutto e guardarlo dopo che tutto si è asciugato: certi colori appaiono con più evidenza, per esempio il giallo contenuto nel nero. 



mercoledì 14 novembre 2012

La carta da forno danza lentamente nell'acqua

Lunedì scorso ho provato con un gruppo di insegnanti il cosiddetto "effetto carta da forno": prendi una confezione di carta da forno, per prima cosa ne tagli una strisciolina, la appoggi sull'acqua contenuta in un piatto, e guardi che cosa succede.
La strisciolina può essere tagliata parallelamente all'asse del rotolo di carta


oppure perpendicolarmente all'asse


L'ultimo ritaglio base è inclinato rispetto all'asse. Poi cominci a ritagliare forme più articolate cercando il movimento/danza più bello, e qui puoi davvero perderti.


Ho incontrato la descrizione di questo effetto nel Flying Circus of Physics di Jearl Walker: Liquid origami and the parchment-paper effect
Anch'io, come Walker, ho trovato differenze fra marche diverse. La più vivace fra quelle che ho provato è quella della Spam, seguita dalla Conad. Le carte da forno Coop e Mavvolgo si sono rivelate decisamente  meno brillanti mentre quella della DomoPack dà pochissima soddisfazione.

Il lavoro con gli insegnanti è stato realizzato grazie alle Officine Fabriano, che invito caldamente a produrre anche carta da forno per uso "artistico".

Tinkering workshop - elettricità, giocattoli e gran finale

Con un po' di ritardo ecco che postiamo il gran finale del nostro workshop di aggiornamento professionale con gli esperti dell'Exploratorium di San Francisco.

Prima abbiamo abbiamo lavorato tutti assieme sui circuiti elettrici e gli elementi meccanici che fanno muovere le cose.

Abbiamo pasticciato un po' con pile, cavi, lampadine, buzzer e interruttori...



Poi abbiamo smontato dei giocattoli meccanici...



Per costruirne di nuovi...



E infine abbiamo lavorato per un pomeriggio intero e una mattina alla costruzione della nostra grande catena a reazione!


Nella Sala Colonne, i tavoli disposti a biscia e ricoperti dai nostri "accrocchi" facevano un effetto bellissimo.














Una coppia ha costruito un "interruttore caotico" in cui una pallina di acciaio dentro una molla agitata faceva contatto attivando casualmente dei motorini.



Un gruppetto si è dato a macchine per salutare.


Un altro ha deciso di voler aggiungere un po' di suono al lavoro di gruppo e ha costruito un sistema a scoppio (la pallina cade quando un ago mosso da un motorino fa scoppiare il palloncino).


C'è chi ha usato rampe...

 E chi si è pazientemente affidato all'"effetto domino".



Tutto sembra molto complicato, ma in realtà ciascun gruppetto ha lavorato al suo pezzettino e alla fine abbiamo ottenuto tutti assieme un risultato bellissimo e di una complessità meravigliosa.

Se volete vedere la nostra grande macchina in azione, eccola qui - sul blog dei nostri colleghi dell'Exploratorium!

martedì 6 novembre 2012

Officina del volo

Giovedì e venerdì il museo è rimasto aperto tutto il giorno con orario lungo ( 9.30-18.30 ) come di sabato e domenica in occasione della festa di Ognissanti ( 1 novembre ) e di tutti i morti ( 2 novembre ). Il programma delle attività per il pubblico è stato molto fitto ( meno male perché sono entrate in museo più di 2000 persone al giorno ) e vario. In questa occasione ho provato un'attività sul tema del volo, argomento che da sempre affascina adulti, bambini, nonni e ragazzi.

Ho proposto di lavorare con aeroplanini di carta i cosiddetti aerogami. Gli aeroplanini di carta piacciono a tutti, sia costruirli che lanciarli, e danno la possibilità di fare molte considerazioni sulle cose che influiscono nel volo come ad esempio il peso, la simmetria, le proporzioni, l'angolazione della ali, il tipo di lancio, eccetera eccetera. Sembra che fin dagli anni '30 del 900, gli ingegneri aeronautici abbiano usato aeroplanini di carta come prova, così da poter scoprire nuove idee per far volare gli aerei veri!

Così è nata "Officina del Volo", uno spazio dove costruire, lanciare, controllare e mettere a punto il proprio oggetto volante.
 Insieme a me ha lavorato Michela, preziosissima per i suoi consigli, la sua precisione, le sue considerazioni da laureata in fisica quale io non sono e la sua esperienza in quasi tutti i laboratori del museo e con pubblici di ogni età.


Questa attività si è svolta all'interno del padiglione aereo-navale dove c'è uno spazio abbastanza grande ( 15 x 11  metri) per sistemare tavoli dove costruire e un'area di lancio dove provare il proprio modellino.




 All'interno dell'officina siamo riuscite a ospitare 25 ( max 30 persone ) contemporaneamente; l'attività è stata a ciclo continuo, ciò significa che l'officina era sempre aperta (tranne per la pausa pranzo) e che i visitatori una volta entrati potevano decidere liberamente quanto rimanere.

Ad ogni gruppo che entrava presentavamo lo spazio e chiedevamo di sedersi ai tavoli  per provare a costruire liberamente con i materiali a disposizione  un aeroplanino.

Una volta costruito avevano inizio le prove di volo...e qui entravamo in scena io e Michela che con pochi consigli guidavamo le persone all'osservazione e alla messa a punto del proprio aeroplanino perché riuscisse a volare senza avvitarsi, senza schiantarsi a terra dopo pochi metri e riuscisse a cambiare direzione o a compiere altre evoluzioni in aria.


In questa foto si vedono i materiali a disposizione: fogli A4, forbici, colla, scotch,pinzatrici, matite, pennarelli, piumette, bottoni, stecchette di legno, cannucce, carta crespa e blocchetti di alluminio per aiutarsi a realizzare le pieghe più difficili.Ci siamo ben presto accorte che è necessario fare una selezione del materiale molto più accurata.




E' stato sorprendente vedere come una richiesta all'apparenza semplice e banale ( io pensavo che un aereo di carta lo sapessero fare tutti )  abbia messo in difficoltà tante persone. Per andare in aiuto di questi visitatori, abbiamo aggiunto ai materiali sui tavoli alcuni modelli molto semplici fatti da noi, che potevano essere copiati, studiati nelle pieghe e poi rifatti e volendo decorati ed, altri modelli che suscitassero curiosità.

                                                                                                
 







 Superati i primi indugi, arresi al fatto che nessuno avrebbe insegnato loro a realizzare aerei di carta, i visitatori si sono messi in gioco riuscendo quasi tutti a realizzare qualcosa in grado di volare.




 Ecco alcuni esempi:

aerei di famiglia                                                                                          3 in 1







       
con la coda

                                                       

          
    il preferito dai 25 ai 45 anni                                                                    la colomba


il semplice                                                                      
                                                                                                                  il preciso








                                       
cilindro col tutù                                                                        felice svolazzante


          

                           




                                              con alettoni e stabilizzatori per il controllo di volo


La fase di lancio è stata quella che ci ha coinvolto di più nella relazione coi visitatori ed è stata anche quella più divertente per me; quasi tutti gli aeroplanini al primo lancio si son schiantati a terra, tutti hanno dovuto fare delle modifiche e ogni modellino aveva i suoi problemi specifici legati sia alla forma che al modo di lanciare.

Non siamo riuscite a fare dei video, la per la prossima volta vorrei tentare.

Abbiamo potuto notare che ci sono delle cose che ricorrono: tutti tendono a lanciare con troppa forza l'aeroplanino, le ali vengoni quasi sempre realizzate troppo piccole, non si dà molta importanza al bilanciamento dei pesi ( anche il peso dei punti metallici della pinzatrice influiscono sul volo ), gli adulti si divertono più dei bambini.
molti dettagli sono da risistemare ma l'Officina del Volo riaprirà al più presto. vi farò sapere come evolve.