Da
un anno partecipiamo al progetto europeo FIT4FOOD e
ragioniamo su come costruire dei moduli educativi rivolti agli
studenti e al nostro pubblico, con esperienze pratiche sul tema della
sostenibilità del cibo.
Il
punto critico è individuare qualcosa di “piccolo”, un'attività
sperimentale semplice, che però ci permetta di gettare lo sguardo
verso una dimensione più ampia, sistemica, della produzione del
cibo. Perché il sistema alimentare è una faccenda complessa, anche
solo farne una rappresentazione può essere complicato.
Un'idea semplice per trovare una porta di accesso al tema della sostenibilità è, ad esempio, quella del Natural History Museum che in questo video mostra come fabbricarsi un involucro di stoffa e cera d'api per conservare gli alimenti in casa, riducendo così l'uso delle pellicole o di altri materiali.
Anche in questo caso uno spunto semplice per un tema complesso.
Noi
abbiamo provato a fare qualcosa con la frutta e verdura invendute di
un mercato rionale perché ci sembrava interessante ragionare sul
tema dello spreco alimentare.
Vicino
al Museo, in viale Pariniano, c'è uno dei mercati rionali più
grandi e conosciuti di Milano. Si trovano moltissimi banchi di frutta
e verdura anche di provenienza extra europea, oltre che a Km O.
Qualche anno fa ci eravamo stati con un gruppo di insegnanti per una fase di un corso di formazione perché ci eravamo resi conto che è un buon luogo per osservare da vicino la varietà della frutta verdura, la provenienza, la stagionalità e raccogliere informazioni anche intervistando i venditori.
Quindi ripartiamo da qui per parlare di spreco alimentare. A fine mercato, chiediamo ai venditori di regalarci un po' della frutta e verdura invendute e torniamo nel ilab alimentazione al Museo.
Qui la osserviamo da vicino, cercando di capire perché non e' stata acquistata. Alcune, in effetti, hanno segni di ammaccature o sembrano troppo mature o non hanno un colore uniforme. Altre sono probabilmente sconosciute a molti, che non sanno come prepararle, come ci ha raccontato il venditore , e quindi non vengono acquistate.
Ma
al di là dell'aspetto, com'è questo cibo destinato ad essere gettato?
Proviamo
a vedere se contiene ancora qualche proprietà interessante, anche se
non è bello da vedere. Uno dei motivi per cui mangiamo frutta e
verdura è il contenuto di vitamina c : facciamo allora una prova
sperimentale per vedere se questa frutta e verdura ne contengono
ancora.
Tagliamo,
spremiamo o lavoriamo con mortaio e pestello la frutta e verdura per
far uscire i succhi contenuti. Raccogliamo il liquido, circa 25 ml per ogni frutto, e versiamolo in
un bicchiere o in un becher.
Prepariamo
il reagente: in un becher versiamo circa 10 ml di soluzione di
tintura di iodio e aggiungiamo un cucchiaino di amido per ottenere un
liquido di colore viola/nero intenso.
Mettiamo qualche goccia (massimo 10) di reagente nei liquidi estratti o direttamente sui pezzi di frutta e verdura e mescoliamo.
Mettiamo qualche goccia (massimo 10) di reagente nei liquidi estratti o direttamente sui pezzi di frutta e verdura e mescoliamo.
In
alcuni alimenti il colore scuro del reagente in poco tempo svanisce e
gli alimenti tornano al loro colore originale. Altri rimangono del
colore del reagente.
Quelli
che schiariscono contengono ancora vitamina c.
La reazione iodio-amido è reversibile in presenza di vitamina c. Gli alimenti contenenti questa vitamina disgregano il complesso amido-iodio e riconducono i reagenti alla loro colorazione iniziale. Il cambiamento è tanto più evidente quanto maggiore è la quantità di vitamina C presente.
In assenza di vitamina C il reagente mantiene la sua colorazione viola scura.
Scopriamo così che il cibo che sarebbe stato gettato ha ancora proprietà nutrizionali interessanti. E' un punto di partenza, una porta di accesso per iniziare a farsi qualche domanda sulle nostre scelte e le connessioni con la filiera più vicina a noi.
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